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Studi legali? Il futuro è multidisciplinare. Fra i servizi complementari più richiesti ci sono sicurezza sul lavoro, gestione del personale e certificazione ambientale.

da Milano Finanza

Gli studi legali sono sempre più una realtà in movimento. Se è vero che dei 244 mila avvocati iscritti all’Albo solo una piccola parte risulta organizzata in forma associativa, è altrettanto vero che passo dopo passo si va affermando una visione più moderna della professione con la diffusione dei servizi legali alternativi. In un momento di trasformazione del comparto produttivo gli studi legali cercano di fornire pacchetti sempre più complessi e mirati, all’insegna della multidisciplinarietà. Servizi professionali, quindi, non solo strettamente attinenti alla materia legale, ma anche alla sicurezza sul lavoro, alla gestione del personale e delle certificazioni ambientali, nervo scoperto per tante realtà produttive.

Un esempio è quello di Lexout che offre in outsourcing supporto specialistico alle imprese. Nell’advisory board, guidato da Leopoldo Conforti, ci sono ex general counsel, manager d’impresa e accademici come Francesco Bruno, ordinario di diritto ambientale, e Matteo Benozzo, professore aggregato, fondatore con Bruno dello Studio B – Società tra Avvocati; Giuseppe Santelli presidente di Unisalute, Michelangelo Damasco (GC di Toto Holding), Gianluca Cattani (partner dello studio Delfino Wilkie Farr & Gallagher) e Bianca Papini (freelance media e telecommunications regulation expert). Lexout è accanto alle imprese nella redazione dei piani di compliance e dei modelli di organizzazione, gestione e controllo, nonché della documentazione relativa a privacy, sanità, ambiente e sicurezza. ù

In una direzione simile va NextLegal società tra avvocati per azioni promossa da Nctm studio legale e da CRIBIS Credit Management. Un progetto innovativo nell’ambito del recupero dei crediti massivi e del contenzioso seriale derivante dalla gestione dei portafogli di Npe. La società, con sede a Bologna, punta a offrire servizi su misura in particolare a banche, assicurazioni, imprese e investitori. La società tra avvocati per azioni è stata introdotta nel 2017 all’art. 4 bis della Legge Professionale Forense. L’innovazione è data dalla possibilità di esercitare la professione forense anche in forma societaria, consentendo la partecipazione a soggetti «non professionisti», nel limite del 33% del capitale sociale. NextLegal punta con forza sulla tecnologia attraverso l’integrazione delle metodologie di processo elaborate da Nctm Studio Legale e da CRIBIS Credit Management e lo sviluppo di nuove tecnologie proprietarie. «Questo è il background da cui è partita NextLegal: dotarsi di tools di intelligenza artificiale per produrre automaticamente atti finalizzati al recupero dei crediti, azzerando la possibilità di errore e rendendo la gestione del processo più veloce ed efficiente», spiega l’avvocato Gianluca Massimei, ad di NextLegal. «In questo modo, i nostri avvocati sono liberi di concentrarsi sulle attività a più elevato contenuto professionale». Una strategia che ha prodotto risultanti importanti visto che nei primi otto mesi di attività, NextLegal è passata da 4 a 23 professionisti e gestisce 17.500 incarichi relativi al recupero crediti, secured e unsecured.

Un’altra società che sta nascendo proprio in queste ore, Cyberskill, punta a offrire supporto sulle tematiche giuridiche collegate alla cybersecurity, alla protezione dei sistemi informatici in relazione agli attacchi hacker. Strutture che confermano la tendenza ad adottare forme dinamiche capaci di ragionare in un’ottica di supporto specialistico. Con l’ambizione di accompagnare le aziende attraverso una stagione nuova e difficile.

di Fabrizio de Feo, tratto da Milano Finanza

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